Cos'è la placca?E' una pellicola bianco-giallastra composta dall'associazione di residui alimentari, saliva, da batteri e residui di cibo, che si forma continuamente e si deposita sui denti, accumulandosi sopprattutto negli spazi tra interddentali ed in prossimità dei margini gengivali. La placca si rimuove con una corretta tecnica di spazzolamento.
Cos'è il tartaro?
Quando non si pulisce regolarmente con lo spazzolino e filo interdentale, la placca si trasforma in un deposito calcificato chiamato tartaro. Come la placca il tartaro si deposita sia sui denti naturali che su capsule o protesi. A causa della sua durezza è impossibile rimuovere il tartaro con lo spazzolino ed è quindi necessario ricorrere ad una seduta d'igiene orale professionale dal dentista per poterlo rimuovere.
Cos'è la gengivite?
E' la fase iniziale e reversibile dei disturbi gengivali, spesso causata dalla mancata rimozione di placca e tartaro.
Cos'è la parodontite?
Se la gengivite non viene curata può evolversi in parodontite che distrugge il tessuto osseo di sostegno, provocando danni irreversibili e possibile perdita dei denti.
Gli ingredienti principali dei dentifrici
Tra tutti i componenti dei dentifrici quelle attive nel preservare la salute dentale sono il principalmente il fluoro e le sostanze antisettiche come la Clorexidina. La maggior parte delle persone, nel scegliere un dentifricio cerca un buon sapore, una consistenza piacevole (né troppo liquida né troppo dura). Dopo lo spazzolamento, tutti vorremmo anche a sentire la bocca pulita, un alito fresco, e denti non solo senza macchia, ma il più bianco possibile. Oltre a questi aspetti occorre tenere presente anche l'attuale stato di salute della vostra bocca.
Cos'è l'abrasivita di un dentifricio?
E' la capacità di rendere liscia e lucida la superficie dello smalto, prevenendo la formazione di macchie e il trattenimento della placca batterica. Questa caratteristica dipende dalla qualità degli ingredienti ma soprattutto dalla grandezza dei microgranuli.
L'abrasività di un dentifricio è valutata su una scala che va da 1 a 200 RDA, che è l'acronimo di Relative Dentin Abrasivity.
L' American Dental Association (ADA) raccomanda di usare un dentifricio con un RDA inferiore a 100. I migliori dentifrici indicano il loro grado di abrasività sulla confezione. Dentrifrici con valori RDA compersi tra 25 e 50 sono denominati a bassa abrasività e sono in grado di levigare le superfici dure del dente senza danneggiarlo. Dentifrici con RDA compresi tra 50 a 100 sono già classificabili come medio-alta abrasività; al di sopra di RDA 100 siamo in presenza di valori troppo elevati che, nel tempo, potrebbero causare danni allo smalto.
Dentifrici sbiancanti
I "dentifrici sbiancanti" liberano i denti dalla patina scura riportandoli al loro colore naturale. Spesso, però hanno un elevato indice di abrasività, con valori di RDA addirittura raddoppiati rispetto alle normali paste dentifricie. Il rischio, pertanto, è quello di abradere irreversibilmente lo smalto, che costituisce la principale protezione dei denti, favorendo il fenomeno della ipersensibilità dentinale agli sbalzi termici o al contatto. Questo fastidio è spesso localizzato ai colletti dentali, dove lo smalto è naturalmente più sottile.
Nell'acquisto di un dentifricio è perciò importante tenere in considerazione i valori di RDA senza lasciarsi fuorviare da pubblicità accattivanti.
Come si usa lo spazzolino?
Lo spazzolamento dei denti deve essere eseguito dopo ogni pasto, con maggior attenzione alla sera prima di coricarsi.
Il tempo minimo da dedicare ad ogni operazione di spazzolamento dei denti è di almeno tre minuti.
E' importante spazzolare i denti con delicatezza: movimenti troppo energici o spazzolini con setole troppo dure possono irritare le gengive o provocare abrasioni a livello del colletto dei denti.
Occorre pulire tutti i denti, due o tre alla volta, e in tutte le loro parti.
La pulizia dovrebbe cominciare dai denti posteriori, tenendo le setole dello spazzolino inclinate di circa 45° rispetto alla gengiva e facendo compiere loro una rotazione che va dalla gengiva verso il dente;
Un'operazione questa da ripetersi su tutte le superfici, interna ed esterna (il movimento rotatorio deve essere compiuto sempre dalla gengiva verso il dente);
In corrispondenza dei denti anteriori usare la punta dello spazzolino per pulire la superficie interna con un movimento delicato dall'alto verso il basso per i denti superiori e dal basso verso l'alto per i denti inferiori;
Infine spazzolare la superficie masticatoria dei denti posteriori (superiori ed inferiori) con movimenti avanti e indietro. Spazzolare la lingua per rimuovere batteri e rinfrescare l'alito.
Come si usa il filo interdentale?
Tagliare circa 50 cm di filo interdentale e arrotolarne le due estremità attorno al dito medio delle due mani. Su una delle dita si arrotolerà il filo mano a mano che diventerà sporco. Tenere il filo teso tra i pollici e gli indici. Guidare il filo tra i denti stofinando delicatamente. Non forzare il filo contro le gengive per non irritarle.
Quando il filo raggiunge la curva gengivale piegatelo a forma di C verso un dente, fatelo scorrere nello spazio tra gengiva e dente, strofinate il lato del dente mentre ci si allontana dalla gengiva.
Ripetere l'operazione sul dente adiacente e quindi passare allo spazio interdentale successivo senza tralasciare l'ultimo dente.
In presenza di spazi interdentali notevoli, strutture protesiche o impianti può essere utile ricorrere allo scovolino interdentale.
Si tratta di minuscoli spazzolini con forma conica o cilindrica di varie misure. Il nostro studio saprà consigliarvi il tipo di scovolino più adatto e il corretto impiego.
Il ruolo del fluoro
Il fluoro, assunto in piccole dosi, è un elemento essenziale: ci aiuta nella prevenzione della carie sia dei denti da latte che di quelli permanenti, dallo sviluppo sino alla loro completa eruzione.
La sua presenza nella saliva della bocca inibisce l'attività batterica della placca dentale, favorendo la rimineralizzazione dello smalto e al contempo prevenendone la demineralizzazione dello stesso. Il fluoro, infatti, è in grado di convertire l'idrossiapatite (molecola costituente il dente) in fluoroapatite che è più resistente all'azione degli acidi prodotti dai batteri cariogeni.
Fluorosi
La fluorosi è una patologia (in forte crescita negli ultimi anni) dovuta all'assorbimento di una quantità eccessiva di fluoro con conseguente formazione irreversibile di macchie bianco gesso sullo smalto. L'iperdosaggio di questo minerale, principalmento dovuto all'uso scorretto dei dentifrici e/o al mancato rispetto delle indicazioni dei dosaggi di somministrazione nelle terapie sistemiche, non è pertanto da sottovalutare.
In età adulta le macchie da iperfluorosi possono essere migliorate ricorrendo allo sbiancamento dentale, ma in alcuni casi l'unica alternativa resta un restauro con resine composite o faccette in ceramica.
Durante le manovre d'igiene orale i bambini tendono ad ingoiare molto dentifricio, pertanto quando si somministra loro fluoro per via sistemica in gocce o compresse, si consiglia di utilizzare un dentifricio per bambini privo di fluoro; se non viene praticata alcuna profilassi, al contrario si deve usare un dentifricio per bambini contenente una quantità di fluoro di circa 500 ppm (parti per milione) nettamente inferiore a quella dei dentifrici per adulti, demandandone l'uso solo dopo i 6-8 anni di età. Il quantitativo da porre sullo spazzolino non deve superare il volume di un piccolo pisello.
L’alitosi
Si tratta un disturbo che si manifesta con l’emissione di odore sgradevole attraverso l’atto respiratorio e la fonazione. L’alito cattivo colpisce circa il 50% della popolazione mondiale e può causare una limitazione nei rapporti interpersonali.
Quando vi è un mancato controllo dell’igiene orale si ha un notevole incremento dei batteri gram negativi anaerobici che, nutrendosi dei residui di cibo rimasti nella bocca dopo i pasti , producono dei composti volatili solforati responsabili dell’alito cattivo. In quest’ottica la saliva è un’indispensabile difesa naturale per la detersione dei tessuti e la distribuzione di ossigeno tant’è che individui sani possono temporaneamente soffrire di alitosi quando hanno un calo di salivazione (durante la notte, in caso di digiuno prolungato oppure dopo aver parlato a lungo).
Per chi soffre di questa patologia è innanzitutto indispensabile seguire una corretta igiene orale che comprenda anche lo spazzolamento della lingua.